23 § Dall’Università del Michigan al Museo del Costume di Scicli

- postato il: [25 Aprile 2013]

Dietro ogni disegno e ornamento del costume tradizionale siciliano c’è un simbolo arcaico con i suoi tanti significati; e, dietro ancora, c’è un nesso matematico che sta alla base di una delle più antiche culture europee, quella siciliana. 

Di tutto questo ne è convinto il Prof. David James dell’Università del Michigan che, assieme ad altri eminenti ricercatori della medesima università, è venuto a studiare la collezione custodita nel Museo del Costume di Scicli.

Il Professore David James insegna Matematica dal 1982, a Dearbon, presso l’Università del Michigan. Nel corso della sua lunga carriera ha ricoperto parecchie cariche accademiche, tra le quali anche quella di presidente dell’Associazione dei Matematici d’America (Mathematical Association of America). Numerose sono le sue pubblicazioni nel campo della matematica pura e di quella applicata all’antropologia, alla musica, all’arte ed all’architettura. 

Negli ultimi anni ha sviluppato le basi di una nuova disciplina, l’etnomatematica, applicando l’analisi matematica allo studio dei costumi tradizionali europei. Questo ultimo indirizzo di ricerca ha spinto il Prof. D. James ad esaminare i costumi tradizionali della Calabria e della Sicilia. 

Nei giorni di fine Ottobre 2012 ha, quindi, visitato il Museo etnografico nazionale di Roma, il Museo di Reggio Calabria e Mirto e il Museo Pitrè di Palermo. Ultima tappa del tour italiano è stata al Museo del Costume di Scicli dove i ricercatori sono stati guidati da Teresa Portelli che, per l’occasione, ha fatto anche da interprete.

Gli studiosi hanno potuto raccogliere informazioni importanti sulle principali abitudini legate all’ abbigliamento tipico in Sicilia, senza tralasciare curiosità e aneddoti, filmando e fotografando i numerosi reperti presentati. Ad incuriosire il Professore James e il suo team sono state soprattutto le numerose varietà di coperture per il corpo, quali le mantelle, i fazzoletti per la testa, le camicie (ippuni), le gonnelle, fino ai tanti lavori al telaio. 

Particolare interesse hanno suscitato i disegni ed i simboli arcaici raffigurati sulle fasce usate, una volta, per coprire i neonati e che, già in passato, sono state al centro di una mostra organizzata dal Museo (vedi catalogo “Intrecci”, 2002).
I risultati della ricerca, finanziata dall’università americana, saranno presentati dal Professore James in una prossima pubblicazione.

Source: www.ragusanews.com

 
 
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