29 § Il simbolo dell’infinito

- postato il: [25 Maggio 2013]

309 anni fa moriva John Wallis, matematico britannico, ideatore dell'otto rovesciato. Da dove aveva preso ispirazione?


Non aver cominciato prima. Questo è stato forse il rimpianto di John Wallis, il più grande matematico britannico prima di Isaac Newton, al momento di morire l’ 8 novembre 1703. Forse l’uomo al quale dobbiamo l’otto rovesciato (lemniscata) come simbolo del concetto di infinito pensava che se avesse coltivato la scienza dei numeri sin da bambino avrebbe potuto ottenere risultati migliori. Il suo primo incontro con la matematica, infatti, non era avvenuto se non all’età di 15 anni, quando gli era capitato tra le mani il libro di aritmetica del fratello maggiore. 

Affascinato da quell’insieme di simboli e numeri, John studiò per tutta la notte insieme al fratello, fino a riuscire a padroneggiarne il contenuto come se non si fosse mai dedicato ad altro. Tuttavia questo suo straordinario talento non fu riconosciuto. Prima di morire il padre lo aveva destinato alla medicina e per questo motivo, nel Natale del 1632, il giovane partì per l’Emmanuel College di Cambridge, dove avrebbe conseguito una laurea, i voti da pastore e un master nel 1640. 

Durante quegli otto anni, John aveva studiato la matematica solo nel suo tempo libero, dedicandoci ore sottratte al riposo o allo svago. I suoi sforzi furono ripagati durante la guerra civile inglese: la sua abilità matematica e l’elasticità mentale, dovuta a uno studio scientifico ma non formalizzato, lo resero un ottimo crittografo, prezioso per decodificare i messaggi cifrati per i Puritani, gli oppositori di re Carlo I. Il contributo alla causa fu ricompensato con una posizione a Londra, dove poté finalmente riprendere gli studi e frequentare un gruppo di illustri scienziati. Li incontrava ogni settimana per discutere di filosofia, scienza, fisica, medicina e insieme a loro una decina di anni dopo avrebbe dato origine alla Royal Society di Londra. 

Proprio in questo periodo londinese, precisamente nel 1647, Wallis riuscì a mettere la mani sul Clavis Mathematicae di William Oughtred: il più importante testo di matematica presente in Inghilterra a quel tempo, conosciuto anche come la chiave della matematica. La lettura rinvigorì il suo amore per questa disciplina e gli diede gli strumenti necessari a mettere a frutto il suo talento. A 31 anni cominciò finalmente a pubblicare i risultati dei suoi studi e dei suoi ragionamenti, e per i successivi 55 non avrebbe mai più smesso. 

Si dedicò al calcolo alla geometria, all’ algebra e alla logica. Per ognuna di queste branche produsse contributi fondamentali come una prima descrizione del concetto di limite e delle frazioni continue. Scoprì che la Terra e la Luna possono essere trattate come un singolo corpo per scopi di calcolo e mancò di pochissimo la formulazione della legge di gravitazione universale. Isaac Newton fu, infatti, suo discepolo e molto prese a prestito da Wallis per le sue teorie. 

Nonostante tutti questi e molti altri contributi, oggi John Wallis è ricordato per un motivo in particolare: in uno dei suoi primi testi, il De sectionibus conicis, del 1655 adopera per la prima volta il simbolo dell'otto rovesciato; per il concetto di infinito. Come mai avesse scelto proprio questo segno  è un mistero che non ha mai spiegato. Tra le supposizioni fatte dopo la sua morte c’è quella che avesse preso ispirazione da un simbolo molto simile usato da etruschi e romani per il numero mille, adoperato spesso per dire molti. Più suggestiva è l’ipotesi che lo vede prendere in prestito un antico Uroboro: il serpente (in questo caso attorcigliato a otto) che si morde la coda è un inequivocabile simbolo di infinito.

Source: www.wired.it (di Caterina Visco)
 
 
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