36 § Scienze matematiche per la regolazione del Reno

- postato il: [30 Giugno 2013]

Una nuova seduta dell’Accademia delle Scienze di Ferrara nella sede dello Iuss.




I recenti eventi sismici hanno reso di stretta attualità i diversi percorsi del fiume Reno tra Cento e Ferrara con quanto è accaduto a San Carlo e a Mirabello lungo il suo antico corso. L’Accademia delle Scienze di Ferrara ha voluto dedicare una seduta accademica ai progetti dei maggiori matematici italiani per la regolazione del Reno tra il Cinquecento e il Settecento. La seduta si terrà nella Sede dello Iuss in via Scienze 41/b, lunedì 19 novembre alle ore 15.30. L’argomento sarà oggetto di due relazioni di docenti del Dipartimento di matematica dell’Università di Ferrara: Alessandra Fiocca, con I progetti dei matematici per il Reno tra Cinquecento e Seicento, e Maria Giulia Lugaresi con I matematici e le nuove linee per il Reno nel Settecento. La discussione sarà introdotta da Roberto Rizzo, presidente dell’Accademia e da Roberto Tomatis, consigliere della Classe di scienze. Coordinerà i lavori il professor Luigi Pepe.Il corso attuale del fiume Reno è per buona parte artificiale e fu delineato sostanzialmente dal matematico gesuita Giovanni Antonio Lecchi al termine di una lunga serie di studi e di perizie che videro coinvolti i maggiori matematici italiani. I primi contributi risalgono al secolo XVI quando il Reno era stato condotto nel Po di Primaro e di fatto ne aveva impedito la navigazione: essi furono dovuti al matematico Ignazio Danti, professore a Bologna e progettista della famosa galleria delle Carte geografiche del Vaticano e allo scienziato e filosofo Francesco Patrizi, allora docente dell’Università di Ferrara. Seguì il disalveamento del fiume, condotto a colmare le valli tra Malalbergo e Poggio Renatico su consiglio di Giambattista Aleotti e di Agostino Spernazzati. Questa decisione minacciava il territorio bolognese  e in particolare i possedimenti di importanti famiglie bolognesi: i Malvezzi, gli Aldrovandi, i Lambertini. Iniziò così un periodo di richieste a Roma e di perizie affidate ai maggiori matematici del Seicento tra i quali Benedetto Castelli, il primo allievo di Galileo, Giandomenico Cassini, Giambattista Guglielmini che proposero in sostanza l’immissione del Reno nel Po grande con un canale artificiale. La risoluzione fu avversata non solo dai Ferraresi che vedevano i loro territori minacciati dalle acque, ma anche dai Veneziani dai Modenesi e dagli Imperiali che ritenevano così peggiorate le possibilità di scolo del Mantovano, della Burana,  del Polesine di Rovigo. Essi mobilitarono matematici come Bernardino Zendrini e Domenico Corradi d’Austria. Alla fine degli anni venti del Settecento l’idea di immettere il Reno in Po venne abbandonata e i Bolognesi tentarono un’altra strada: condurre il Reno in Primaro dopo Argenta. Il progetto ebbe avvio con il pontificato di Benedetto XIV, al secolo Prospero Lambertini, della famiglia dei feudatari di Poggio Renatico, allora Poggio Lambertini. Allora venne progettato, ad opera del matematico bolognese Gabriele Manfredi, uno delle figure di spicco delle scienze esatte nell’Italia del Settecento, il cosiddetto Cavo Benedettino che raccoglieva le acque delle paludi tra Passo Segni e Traghetto. Il Reno intanto con le sue piene, a Mirabello, a San Carlo a Sant’Agostino, minacciava sempre nuovi territori. Fu prevista quindi un’accurata ispezione affidata al card. Conti che vide coinvolti matematici come Tommaso Perelli, Francesco Jacquier e un giovane Teodoro Bonati. Si confrontarono senza esito quattro progetti di inalveazione del Reno nel Primaro, con linee più o meno distanti da Bologna. La discussione fu molta sostenuta ma approvò ad un nulla di fatto per gli interessi contrapposti dei Ferraresi, dei Bolognesi e della Camera Apostolica che temeva per le Valli di Comacchio, importante fonte di rendite per le finanze pontificie. L’imponente lavoro di indagine della visita Conti fu però utilizzato pochi anni dopo, quando sotto la direzione di Lecchi, fu progettato e realizzato in pochi anni il canale artificiale tra la Rotta Panfilia, a Sant’Agostino, e Passo Segni che, insieme al Benedettino, costituisce l’attuale corso del Reno fino a Traghetto.

Source: estense.com
 
 
Ripetizioni Matematica