12 § Vito Volterra, grande matematico italiano

- postato il: [01 Marzo 2013]

72 anni fa moriva Vito Volterra, scienziato che ha vissuto la parabola dell'Italia, dalla sua nascita al fascismo.


Il suo soprannome era Signor Scienza Italiana. Per oltre mezzo secolo secolo infatti, dall'inizio della sua carriera scolastica fino alla sua morte, l' 11 ottobre 1940, Vito Volterra è stato il simbolo della ricerca italiana nel Paese e all'estero. 

La stella di Volterra ha cominciato a brillare sin da adolescente, quando ha cominciato a dedicarsi allo studio della matematica e della fisica a livelli altissimi, ottenendo poi un successo dietro l'altro: dall'ingresso alla Scuola Normale Superiore di Pisa, all'assegnamento di una cattedra universitaria, quella di meccanica razionale all' Università di Pisa, a soli 23 anni. Gli studiosi di ogni branca della scienza (apparentemente solo i chimici potrebbero sentirsi esclusi, ma in fondo a loro il '900 ha regalato Primo Levi) hanno un debito di riconoscenza con il genio marchigiano: i matematici per lo sviluppo dell' analisi funzionale e delle equazioni che portano il suo nome; i fisici per i lavori sulla dislocazione dei cristalli e sui materiali duttili; i biologi per il modello, condiviso (ma sviluppato in maniera indipendente) con Alfred Lotka, per lo studio della dinamica preda-predatore rappresentato dalle equazioni Lotka-Volterra

Nel corso della sua lunga vita professionale, Vito Volterra non ha mai smesso di studiare e di promuovere la scienza. Neanche durante la Prima Guerra Mondiale alla quale partecipa, cinquantacinquenne, arruolandosi nel Corpo Militare degli Ingegneri del Regio Esercito Italiano. Durante il conflitto, oltre a occuparsi di studi balistici e della messa a punto dei dirigibili (per i quali propone di sostituire l'idrogeno infiammabile con il più stabile elio), fonda l' Ufficio invenzioni e ricerche, consapevole che i periodi di guerra sono spesso i più favorevoli al progresso tecnologico e scientifico, attraverso il quale cerca di favorire anche una collaborazione scientifica e intellettuale tra i paesi dell' Intesa

Sarà proprio questo il principio ispiratore che lo accompagnerà per tutta la vita: l'entusiasmo e lo spirito del Risorgimento in cui è nato e cresciuto, ne hanno fatto fin da giovane un promotore della collaborazione scientifica e intellettuale tra i ricercatori. A lui si devono organi come la Società italiana di fisica e il Consiglio nazionale delle ricerche, di cui è stato il primo presidente, prima di lasciare il posto a Guglielmo Marconi

A farne il simbolo della Scienza italiana però, più che i risultati e i riconoscimenti, è la sua stessa storia. Nato il 3 maggio 1860, due giorni prima della partenza di Garibaldi e dei Mille, e coetaneo dell'Italia, ha seguito la stessa parabola del paese: la crescita e il successo durante i primi sessant'anni del Regno e poi il declino e la caduta, con l'avvento del fascismo.

Al regime Volterra si è sempre opposto, in primo luogo in quanto ebreo, poi in quanto intellettuale e scienziato tra i firmatari Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Lo aveva sfidato pubblicamente in Parlamento, nel suo ruolo di senatore, e all'Università di Roma, da cui venne cacciato dopo aver rifiutato di prestare (insieme a soli altri 12 docenti su 1200) il giuramento di fedeltà al fascismo. Esule per alcuni anni in Spagna e Francia, tornò in Italia giusto in tempo per assistere al suo ingresso nella Seconda Guerra Mondiale, e morire.

Source: www. wired.it  (di Caterina Visco)
 
 
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