Studenti a lezione di “probabilità” per capire quanto è pericoloso l’azzardo
«Alla
lunga si perde sempre». Sempre. Brutte notizie per i giocatori
d’azzardo incalliti: la fortuna non esiste. O meglio: c’è, a volte bacia
gli audaci, ma soltanto quelli occasionali. Perché - appunto - alla
lunga al gioco si perde sempre.
A dirlo non è uno psicologo,
né un educatore impegnato in una campagna contro la dipendenza. «Alla
lunga si perde» è un principio della matematica. Di più: grazie a una
semplice moltiplicazione («Semplice sulla carta, ma difficile da far
propria») un giocatore inarrestabile può sapere in anticipo quanto
perderà esattamente, dopo mesi o anni di tentativi.
Il banco vince
Paolo
Canova e Diego Rizzuto, esperti nel calcolo delle probabilità, ospiti
ieri al convegno «A che gioco giochiamo?» promosso da Regione e Aress,
sono chiari. «Ogni gioco è naturalmente organizzato per far guadagnare
il banco. E il banco ha sovente un margine fisso e sicuro di guadagno».
La
sconfitta, alla lunga, è un calcolo. «Ciò che uno perde è il prodotto
del margine di guadagno del banco moltiplicato per la somma giocata nel
tempo». Perché ogni gioco (roulette, Superenalotto, Win for Life) hanno
una loro percentuale di vincita sicura.
Paolo e Diego hanno
la prova provata di questa equazione: sono stati in grado di dire a una
donna, giocatrice compulsiva, quanto si sarebbe giocata nel giro di
pochi anni (330 milioni) tentando sempre allo stesso azzardo e puntando
praticamente sempre la medesima somma.
La regola d’oro
«Per
perdere poco bisogna giocare poco», è la conclusione quasi
lapalissiana. In realtà si nasconde una verità profonda: «Puntare per
provare l’ebbrezza della vittoria, per realizzare un piccolo desiderio -
sostengono Canova e Rizzuto - può portare al massimo a una delusione e a
qualche euro in meno. Ma chi gioca per cambiare la propria vita non ha
speranza di realizzare il proprio sogno, anzi».
Famiglie rovinate
La
Regione Piemonte, da tempo in prima linea per fermare l’azzardo, ha
pronta una proposta di legge per cercare di arginare la piaga: «Ci sono
famiglie - spiega Paola Monaci, coordinatrice della Commissione tecnica
regionale contro le dipendenze - che vanno in rovina, e mogli o mariti
che scoprono che il loro coniuge gioca quando ormai la situazione è
tragica, al limite del suicidio, che è troppo spesso la strada che si
imbocca quando si perde tutto». Nelle scuole - ha annunciato Mario
Gabello, dell’assessorato all’Istruzione - saranno organizzati corsi per
gli studenti superiori».
La matematica dice che, nell’arco
di un solo anno, abbiamo una probabilità su quasi due milioni di vincere
al Win For Life. È molto più probabile schiantarsi e morire al volante
di un auto (1 probabilità su 20 mila) o precipitare a bordo di un aereo
(1 probabilità su 500 mila).
Meglio giocare poco,
occasionalmente . «“Poco” o “tanto” sono in realtà confini che dipendono
dal tipo di azzardo che si sta tentando». Ma oltre un certo limite il
risultato è identico, la sconfitta scontata. Matematico.